Ringraziamenti

Prima di tutto mi sembra doveroso ringraziare il mio relatore, il professore Giulio Scivoletto, che ha creduto nella mia idea e nelle mie capacità fin da subito, aiutandomi nella stesura della tesi con una disponibilità immensa. La ringrazio per avermi permesso di parlare di un argomento che mi appassiona e per avermi dato la possibilità di svolgere il lavoro in modo sereno. Con il suo aiuto scrivere la tesi, che fino a poco prima di iniziare mi sembrava un’ardua impresa, è sembrata invece una passeggiata.

Ai miei genitori,

grazie a voi ho affrontato tutto il percorso universitario senza pensieri, perché sapevo che sareste stati fieri di me per un 30 così come per un 18. Aver avuto il vostro appoggio durante questi tre anni per me è stato fondamentale, vi ringrazio per non avermi mai pressata nel dare un esame, per avermi accompagnato agli esami cercando di farmi distrarre durante il tragitto, per non avermi rimproverato i digiuni pre-esame ma per avermi portato a mangiare subito dopo, vi ringrazio per avermi appoggiato quando ero in ansia e per avermi spronato quando pensavo di non farcela. Grazie per non aver preteso mai nulla, ma per aver accettato tutto quello che portavo a casa. Grazie per avermi assecondato nei miei mille riti scaramantici pre-esame, per non aver mai chiesto la data né la materia fino a quando non ero io stessa a dirvelo, la sera prima dell’esame. So che non sarà stato semplice starmi dietro in questi anni di stress, ma voi l’avete fatto nel migliore dei modi. Ad ogni singolo esame, poco prima di essere chiamata, prendevo una grande boccata d’aria e speravo di rendervi fieri, ed oggi spero di avervi resi fieri di me.

Alle mie sorelle,

avrei tantissime cose da dirvi, forse troppe. Potrei scrivere un romanzo parlando di voi e del nostro rapporto, della forza reciproca che ci diamo e dei consigli preziosi che ci scambiamo. Dovendo riassumere tutto in poche righe, vi voglio ringraziare per esserci sempre per me. Ci siete sempre state, ognuna di voi in modo diverso, ma sempre in modo perfetto. Grazie Alessia, per avermi fatto compagnia in molti esami e per avermi ricordato che a volte prendersi una pausa è la cosa più giusta. Per me sei stata una vera guida, noi ci capiamo con un solo sguardo e ci aiutiamo a vicenda senza che nessuna lo chieda all’altra. Per me sei ispirazione, sei la mia guida e il modello da seguire. Grazie Alice, per aver asciugato le mie lacrime le notti in cui l’ansia per lo studio prendeva possesso di me, grazie per avermi tranquillizzata e spronata, grazie per come mi descrivi con tutti: come una persona così determinata e decisa, che non ti nego che negli anni ho lavorato molto su me stessa per arrivare ad essere davvero così. Tu mi hai resa per la prima volta una sorella maggiore, ed ho da subito preso a cuore questo compito. Spero di averti dato il giusto esempio, nello studio e nella vita. Vi voglio tanto bene, grazie per esserci sempre.

Ai miei nonni,

cari nonni, procedere e terminare il percorso universitario non avendovi più qui con me è stata una delle cose più difficili che abbia mai dovuto affrontare. Vorrei poter condividere con voi questo giorno, vorrei potervi abbracciare e farvi tenere in mano la mia tesi, e vorrei vedere i vostri occhi pieni di orgoglio nel chiamarmi finalmente “dottoressa”. Caro nonno, sono sicura che molte volte la forza che sentivo dentro, che mi permetteva di non mollare e di affrontare tutti gli esami anche quando ero esausta, che mi permetteva di non buttarmi giù quando finivo di studiare un libro ma ne mancavano altri tre, o quando superavo tre scritti ma mancava ancora l’orale, ecco sono sicura che quella forza proveniva da te. Tu eri così innamorato della cultura, dello studio, dell’istruzione. Eri fierissimo di me per la scelta del liceo classico e sono sicura che, ovunque tu sia, sei fiero di me per questo traguardo raggiunto. Se ce l’ho fatta, è anche grazie a voi. In questi anni senza di voi ho capito che le persone non scompaiono e non vanno mai davvero via, perché le ritrovi sempre nelle piccole cose della vita. Nella felicità di un esame superato, nell’agitazione per un traguardo importante. È vero, ormai siamo lontani, ma in questi anni vi ho sempre sentiti vicini. Voglio dedicarvi questa poesia, che racchiude perfettamente ciò che penso:

“Un giorno, all’improvviso mentre ti starai pettinando, in silenzio o mentre ti infilerai una calza ti verrà in mente un mio gesto e ti ritroverai a sorridere pensandomi... Un giorno, all’improvviso pedalando veloce sotto le prime gocce di una calda pioggia di settembre sentirai un odore arrivarti al naso e risvegliare un ricordo di mestoli e tegami e mi vedrai davanti al fuoco, per un attimo Un giorno, all’improvviso farai qualcosa che facevo anch’io proprio allo stesso modo in cui la facevo io e te ne meraviglierai moltissimo perché non avresti mai pensato di potermi somigliare così tanto”

Alle mie amiche di sempre,

alcune di voi ci sono fin dal primo giorno tra i banchi di scuola. Mi avete accompagnata durante tutto il mio percorso di vita, ci siamo scelte per caso a soli sei anni e non ci siamo mai lasciate. Ci siete state quando stavamo imparando a leggere, quando affrontavamo i primi compiti di matematica e poi i primi compiti di greco e latino. Abbiamo affrontato insieme tutto, tutte le tappe della crescita. Grazie per esserci state alla mia maturità così come, adesso, alla mia laurea. Mi sento così fortunata ad avervi, a poter contare su di voi per staccare la mente anche solo per un giro in macchina il pomeriggio o per una scappata al parco in piena notte. Grazie a chi c’è dal primo giorno delle elementari, ma grazie anche a chi si è aggiunta dopo, strada facendo. Spero ù che rimarremo per sempre così, unite nei momenti belli e in quelli brutti, dandoci forza a vicenda anche solo con uno sguardo. In più di 15 anni di amicizia sono cambiate tante cose, abbiamo cambiato tanti gruppi e abbiamo interagito con tante persone, ma alla fine ogni volta che mi giravo, c’eravate sempre voi lì accanto a me.

A Simone e Valentino,

durante questi anni universitari siete stati per me, forse senza rendervene conto, un pilastro importante che mi ha aiutato ad andare avanti. Avete rappresentato quella luce in fondo al tunnel, quel meritato momento di spensieratezza dopo una giornata intera di studio, quella distrazione che mi serviva dall’ansia per gli esami. Inconsciamente, mi avete aiutata, calmata e supportata in un percorso che molto spesso credevo essere troppo più grande di me. Mi sento così simile a voi, vedo la vostra timidezza e il vostro essere introversi e mi sembra di guardarmi allo specchio. Vedo il vostro modo di abbassare lo sguardo quando siete in imbarazzo, il vostro modo di scherzare quando siamo insieme, così uguale al mio, il vostro modo di sdrammatizzare camuffando la timidezza. Vedo tutte queste cose, che forse vedrete anche voi, ma vedo anche il modo in cui riuscite ad essere per me un ombrello durante i giorni di pioggia e uno spruzzo di colore anche nei periodi più bui. A voi dico grazie per tutto questo, ma soprattutto vi dico: grazie di esistere.

Per ultimo, ma non per importanza

A Giovanni,

forse, inconsciamente, ti ho tenuto per ultimo perché ho così tanto da dirti e da ringraziarti che non so da dove cominciare. Sono un bel po’ di anni, ormai, che condividiamo tutto. Ci siamo presi per mano un giorno, avevamo solo 14 e 15 anni, ed oggi siamo qui a 21 e 22 anni a festeggiare insieme la nostra laurea. Abbiamo attraversato insieme tutta la nostra adolescenza, tutte le tappe più importanti della nostra crescita. Per me ci sei sempre stato, senza che io abbia mai dovuto chiedertelo. C’eri al liceo le notti prima dei compiti di greco o di latino, c’eri i giorni prima delle interrogazioni di scienze. C’eri durante tutte le giornate di studio per la maturità, c’eri la notte prima della maturità ed anche subito dopo, come sempre lì ad aspettarmi a braccia aperte e con un sorriso a 32 denti. C’eri la notte prima del primo esame all’università, e anche la notte prima di tutti gli esami all’università. C’eri e ci sei sempre, e non ho mai dovuto chiedertelo. Hai sempre dimostrato con me una pazienza enorme, e ce ne vuole davvero tanta con me. Mi hai accompagnata, mano nella mano, in tutti i grandi passi che ho fatto finora. Non ti ringrazio solo per avermi accompagnato durante tutto il mio percorso universitario, ma ti ringrazio per esserci sempre stato in tutti i momenti più importanti della mia vita. Ci sei stato quando sono venuti a mancare i miei nonni, dandomi una spalla su cui piangere e qualcuno con cui sfogarmi. Ci sei stato, senza mai lamentarti, quando ti chiedevo la notte di insegnarmi a guidare, e non hai mai dato segni di cedimento nemmeno quando alla decima guida ti chiedevo ancora “quale pedale dovessi schiacciare prima”. Sei il mio migliore amico, a volte mio papà, spesso mio complice ma sempre, imprescindibilmente, l’amore della mia vita.