Con la diffusione di Internet e, successivamente, degli smartphone, le modalità di interazione, comunicazione e socializzazione hanno subito una rivoluzione. La diffusione dei dispositivi mobili e l’avvento dei social media hanno contribuito a plasmare una nuova società, in cui gli spazi di socializzazione sono rappresentati dalle piattaforme digitali, come teorizzato da José van Dijck, Thomas Poell e Martijn de Waal in “Valori pubblici e società connessa” (2019) nella nozione di “Platform Society”.
Nel nuovo paradigma sociale creato dai social media sono inclusi tutti i membri della società, ma alcuni sono stati più colpiti e coinvolti di altri. Per questo motivo, si prenderà in esame la Generazione Z, ovvero coloro nati tra il 1995 e il 2010, in quanto rappresentano la prima generazione che ha avuto accesso a Internet sin dall’infanzia.
La Generazione Z è composta da individui che vivono in una società caratterizzata da numerose trasformazioni, ormai in simbiosi con un mondo tecnologico in continua evoluzione, che permette di avere maggiore contatto con coetanei provenienti da culture e mondi diversi. Proprio per questo motivo, la comunicazione si è evoluta verso un utilizzo sempre maggiore e più frequente della lingua inglese, che permette di comunicare con persone provenienti da qualsiasi parte del mondo.
Un fenomeno molto comune tra i membri di questa generazione è il code-switching, ovvero l’alternanza tra italiano e inglese all’interno della stessa conversazione o frase. La Generazione Z è stata definita “nativa digitale” (cfr. Enciclopedia Treccani), poiché ha un rapporto quotidiano con la tecnologia.
Questa generazione ha un rapporto particolare con la lingua inglese per diversi motivi. Innanzitutto, grazie alla globalizzazione, l’inglese è la lingua predominante nella cultura e nel mercato globali, come dimostrano film, musica, videogiochi e serie TV. Un altro fattore che contribuisce alla costante presenza